Sinossi
Il giorno del suo compleanno l’undicenne Angeliki si butta giù dal balcone e muore con un sorriso stampato sul volto. Mentre la polizia e i servizi sociali tentano di scoprire il motivo di questo apparente suicidio, la famiglia di Angeliki continua a ripetere che si è trattato di un incidente. Qual è il segreto che la piccola Angeliki ha portato con sé nella tomba? Perché la sua famiglia continua a cercare di “dimenticarla” e di tornare alla sua vita normale?
Commento del regista
Da qualche parte nei pressi del centro cittadino. Palazzi residenziali colorati creano un mondo grigio. La tranquillità di un’insopportabile routine quotidiana è spezzata dal suicidio di una ragazzina. Come un simbolo dei tanti bambini costretti a sottostare alle regole di una società dura e disperata, la ragazza riesce a mettere a nudo e a rivelare ogni possibile sorta di sfruttamento e manipolazione effettuati in un sistema che alcuni chiamano ancora famiglia. Il padre comanda e stabilisce in che modo la famiglia debba funzionare con metodi che non sono molto diversi da quelli usati per manipolare la società. Mi chiedo sempre chi abbia il potere: chi colpisce o chi prova il dolore? La violenza più efferata è quella del silenzio. Del non detto.
I Commenti della Stampa
“Festival di Venezia 2013, choc per Miss Violence. Sesso e suicidi nel film di Avranas”
“Miss Violence. Un film di Alexandros Avranas”
“PERVERSIONE (OGNI VOLTA) PRIMA VOLTA“
Il regista greco Alexandros Avranos parla del suo film che ha vinto il Leone d’Argento
Visto da me
(Giovanni Velato -2 settembre 2013)Quando mi sono seduto nella sala non sapevo bene di cosa si trattasse. Ero convinto che fosse un film “Greco” sulla violenza generata dalla crisi economica. Così le prime scene mi hanno disorientato perchè non riuscivo ad inquadrare la “storia” nel contesto che mi ero prefigurato. Certo andare a vedere un film, senza nessuna preparazione “censoria” , da puro “ignorante”, potrà sembrare stupido, ma ritengo sia il modo migliore per capire quanto il regista e gli attori siano in grado di catturarti e portarti nella storia.
E’ stata l’innaturale reazione della famiglia alla tragedia che ha incominciato a innescare in me quell’ attenzione per ogni singolo fotogramma o dettaglio tanto da arrivare ad una sorta di fusione con il film. Così ho cominciato a rivisitare immagini di persone o famiglie ordinate e conformi , con le quali mi ero incontrato ma che in realtà avevo solo sfiorato. Non sono tanto le immagini forti o esplicite che l’opera mi ha lasciato, ma la “normalità” con laconsapevolezza che la realtà è ben lontana dalle apparenze e che gli orchi si mimetizzano molto bene . Mi rimane anche la sensazione che le vittime anche quando si liberano rimangono in realtà legate per sempre e forse anche condannate a perpetuare . Quello che non sò classificare è il disagio, ogniuno diverso, che ho percepito nella penombra della sala sui volti degli altri. Storie diverse emozioni diverse, ma tutte “emozioni”
Vedere questo film non è una scelta tra andare on non andare al cinema, ma una scelta tra il confrontarsi con una realtà che tragicamente esiste o aspettare e rischiare che ci si manifesti quando potremmo non essere preparati .
Sinceramente non sò fra quanto vorrò rivederlo, sicuramente lo rivedrò perchè credo ci sia ancora molto da cogliere in quest’opera.
Giovanni Velato